Usque ad Veritatem, EPISODIO 1 (La “G” massonica)- Ecco come la massoneria è culto di satana.

Usque ad Veritatem, EPISODIO 1 (La “G” massonica)- Ecco come la massoneria è culto di satana.

Diamo inizio, con questo episodio di partenza (che mi auguro possa tenervi compagnia, in questa estate un po’ inusuale), al mio primo format giornalistico-divulgativo, intitolato “Usque ad Veritatem”, ovvero “Fino alla Verità”, in cui attraverso la trattazione dei miei studi e ricerche, svolti nei diversi ambiti della religione, storia, esoterismo, massoneria, templarismo e molti altri, andrò via via ad esaminare ed a tentare di gettare luce (quella Divina della Verità), sopra quelle questioni che, da anni e da secoli, attanagliano la curiosità umana, molto spesso conducendola all’ignoranza, che non piuttosto al sapere.

L’argomento di questo primo episodio, riguarderà lo studio da me condotto, sull’interpretazione di uno dei misteri più grandi, della società muratoria (quindi la massoneria), e cioè sul significato nascosto della lettera “G”, che abbiamo spesso visto, troneggiante, sia nei locali delle varie logge, sia sui vestiti ed oggetti rituali dei massoni stessi.
Lo studio condotto sull’interpretazione di tale mistero, mi ha portato ad una teorizzazione conclusiva che, insieme ad altri elementi che, se Dio vorrà, tratterò negli episodi successivi, mi ha visto giungere alla formulazione di una tesi dettagliata, riguardo la natura satanica delle società massoniche ed ovviamente dei loro rituali.

Il desiderio di fare luce su questo mistero, deriva dalla profonda consapevolezza di cattolico, e nella presa di coscienza che sia assolutamente divenuto necessario porre termine, ad una questione che da anni, decenni e secoli si protragga, riguardo la natura della società massonica.
Il grande seguito che la “libera” muratoria abbia dimostrato di possedere, nell’arco dei secoli, certamente lo deve soprattutto all’ambiguità ed al camaleontismo con cui, la massoneria stessa, sia riuscita a porsi innanzi a coloro che abbia voluto reclutare.
Oltre ovviamente ad essersi servita di promesse “personalizzate” per i desideri ed ambizioni di ognuno (soldi, lavoro, carriera), una delle più grandi menzogne con cui la muratoria sia riuscita a farsi largo nella convinzione dei malcapitati che le siano passati a tiro, è stata quella con cui si sia auto-attribuite finalità e scopi che, vengono millantati come lo studio e la ricerca di una pseudo verità “divina”, a loro dire nascosta e celata.

Sebbene il denaro ed il potere, siano elementi che già di per sé potrebbero essere bastevoli a convincere chi si voglia addentrare nei meandri della squadra e compasso, in realtà ciò che più di ogni altra cosa attira ogni singolo uomo avvicinatosi alla muratoria, è il mistero.
L’illusione di far parte di una cerchia ristretta ed esclusiva che, insieme a pochi “eletti”, sia la detentrice di un presunto “Real Segreto” (come il nome dello stesso trentaduesimo grado recita) che condivida con i suoi affiliati, ma che tenga oscuro al resto del mondo, certamente rappresenta un elemento di grande curiosità ed incentivazione.

Oggi invece andremo a dimostrare, attraverso questa trattazione, come la massoneria, ben lungi dall’essere la depositaria di un qualche segreto divino, sia piuttosto la depositaria, sì di un segreto, ma di uno di natura malefica e satanica.
La nascita e natura della massoneria e dei suoi “catechismi”, fondano le loro radici all’interno delle realtà esoteriche e gnostiche, nelle quali, attraverso l’utilizzo di una metafora esistenziale, secondo cui il “buon” massone sia colui che debba erigere e custodire il tempio, che sarebbe rappresentato da egli stesso, si fa entrare il singolo individuo massone, nella logica dell’auto-teismo, ovvero della concezione secondo cui sia l’uomo, il suo stesso salvatore e divinità.

Questa credenza deriva da secoli di inculturazione e contaminazione, ad opera delle varie dottrine gnostiche ed esoteriche, che rifiutano la visione di un Dio Salvatore, che abbia lasciato nella sofferenza e sacrificio, la via salvifica all’uomo, ma che piuttosto si ritenga che esista un cosiddetto “grande architetto dell’universo”, che abbia lasciato piuttosto i segreti di presunte conoscenze, agli uomini, i quali sarebbero chiamati ad auto-salvarsi, identificando ognuno in sé stesso, il tempio e la divinità da venerare e “custodire”.

Questa falsa concezione, ha portato nel corso dei secoli, alla nascita quasi parallela, di due fenomeni: uno è la massoneria, e l’altro è l’alchimia. Quest’ultima risulta essere stata infatti, la dottrina filosofica ed esoterica fondante, su cui sembra essersi eretta la muratoria, soprattutto quella speculativa (quella moderna e contemporanea), che differisce da quella operativa ed antica ma ugualmente malefica (ma di questo ve ne parlerò in un altro episodio, se Dio vuole).
L’alchimia, risultava e risulta ad oggi ancora, essere quella branca dell’esoterismo che si prefigga sostanzialmente due grandi obbiettivi: la manipolazione degli elementi naturali e, soprattutto, la creazione della cosiddetta pietra filosofale, che avrebbe lo scopo sia di tramutare in oro, qualunque metallo, che anche quello di fornire l’elisir di lunga vita (anche in questo caso appare chiaro come si dia più importanza alla natura umana, preferendo parlare di oro e vita eterna, piuttosto che non dare importanza alla figura di Dio).

Appare quindi chiaro, perché ed in che modo, la branca alchemica riuscì a condizionare così tanto, l’esistenzialismo del mondo massonico.
Va inoltre aggiunto come la massoneria e l’alchimia si fondino entrambe su di un pilastro originario e fondante, dal quale risultano esserne i figli: la Kabalah ebraica.
La Kabalah sostanzialmente, in quanto genitrice dell’esoterismo sia occidentale che orientale, fonda la sua dottrina sull’ideologia perversa, secondo cui l’essere umano, per tornare al suo stato di presunta perfezione, debba percorrere i due sentieri cabalistici della natura maschile e femminile, rappresentati da due “colonne”, dalle quali partirebbero dei cosiddetti sentieri che, intrecciandosi, condurrebbero l’uomo a questa presunta perfezione.

Questa teoria, risulta essere completamente speculare ed uguale, alla menzogna, presente nel Libro Biblico della Genesi, raccontata dal serpente antico (satana) ai progenitori del genere umano (Adamo ed Eva), ai quali disse che cibandosi del frutto dell’albero proibito, non sarebbero morti, bensì sarebbero divenuti uguali a Dio, poiché ne avrebbero posseduta la stessa conoscenza; e fu proprio l’aver dato ascolto a quella menzogna, ed aver mangiato di quel frutto, che condusse poi il genere umano alla morte sia fisica che spirituale.
L’inganno di questa menzogna, risulta quindi ripetersi prima nella teoria della kabalah ebraica, e quindi poi di seguito, anche nelle dottrine dell’alchimia e della massoneria.
Entrambe, infatti, partono da due presupposti iniziali su cui si vanno a fondare, e cioè anch’essi sul percorso della dottrina formata dalla doppia natura maschile-femminile.

La massoneria, infatti, possiede come due dei suoi simboli più sacri, due colonne, chiamate Boaz (il maschile, raffigurato anche con il sole) e Yachin (il femminile, raffigurato anche con la luna), che risultano essere due simboli assolutamente onnipresenti, sia nei luoghi che nelle simbologie massoniche.
Similmente, anche nell’alchimia vi sono due elementi considerati “sacri”, in quanto capaci di mescolare e trasmutare tutti gli altri, e cioè il mercurio (il femminile) e lo zolfo (il maschile).

Per la kabalah ebraica e quindi, ovviamente, anche per le dottrine massoniche ed alchemiche, è l’elemento del maschile che viene considerato quello più potente, in quanto è ritenuto il simbolo dell’azione e dell’attività, mentre il femminile è ritenuto il simbolo della passività e della “gestione”.
Come può infatti osservarsi, in massoneria, vengono ammessi solamente gli uomini, in virtù del principio maschile, dominante rispetto a quello femminile.

Prima di giungere allo svelamento del mistero della “G” massonica, vanno ulteriormente qui fatte ulteriori premesse.
L’alchimia, come abbiamo visto in questa breve introduzione, risulta essere un “carburante” fondamentale, per la genesi massonica, in quanto la trasmutazione degli elementi, nella dottrina alchemica, risulta possedere un corrispettivo totalmente identico, nella trasmutazione massonica che, invece, si prefigge di “trasmutare” il corpo e lo spirito del massone, in un tempio e divinità, insieme.

Da ciò va anche detto, che il numero più importante e sacro, sia per la massoneria che anche per l’alchimia, risulta essere il 3. Non a caso è oramai risaputo che la figura geometrica più sacra, per il massone, sia il triangolo; come altrattanto vero è che i massoni, per identificare sé stessi ed i propri affiliati, facciano precedere al nome di ogni singolo massone, tre puntini posizionati a guisa di triangolo.

La sacralità del numero tre, che per altro appartiene anche ai cattolici, proviene per tutti dall’esegesi biblica, con le ovvie e naturali differenze che per il cattolico, il numero tre abbia un significato contemplativo dell’Onnipotenza di Dio, mentre per il massone, alchimista e cabalista, il numero tre sia solamente una chiave per accedere sempre a quelle presunte conoscenze che dovrebbero riportare l’essere umano, al primordiale stato di perfezione.
Per altro si può notare l’inganno che risiede anche in questa affermazione, che vorrebbe vedere l’uomo come un essere potenzialmente perfetto, sebbene sia una creatura, quando invece l’unica perfezione appartenga solamente al Creatore.

Addentrandoci adesso nel vivo della trattazione, e procedendo verso l’esplicazione del mistero massonico della lettera “sacra”, bisogna innanzitutto provvedere a fugare i dubbi relativi a quelle false teorie che da tempo circolano su internet, e che pretendono di dare una spiegazione alla lettera massonica “g”.

Secondo una teoria molto debole e poco credibile, la lettera “g”, starebbe per l’iniziale della parola God, in lingua inglese, che significa appunto Dio.
Tale teoria è da escludere per due motivi, il primo di natura linguistica. La massoneria esiste infatti da secoli, nei tempi in cui la lingua universale non fosse ancora l’inglese, poiché gli uomini dotti ed istruiti, usassero ancora la lingua latina; il mistero massonico non può essere certamente ritenuto nella figura di Dio, poiché fin dal primo grado, ad ogni massone viene insegnato che lui debba obbedienza a quello che loro definiscono grande architetto (che poi altri non è se non il diavolo).

Un’altra teoria, più fantasiosa ma ugualmente da rigettare, vorrebbe addurre come significato alla lettera “G”, l’iniziale della parola gnosi, sia nel linguaggio comune che anche in quello greco, ed intesa come tale, quella teoria accennata prima, secondo cui la salvezza dell’uomo, non risieda tanto in Dio, quanto invece nella conoscenza che il loro architetto avrebbe lasciato.
Anche in questo caso non possiamo essere d’accordo con tale spiegazione, poiché la gnosi, più che essere un mistero, risulta essere invece lo strumento e la chiave di lettura, di ogni rituale e grado massonico.

Per rispondere allora alla domanda che, giunti a questo punto, vi starete facendo, e cioè su cosa voglia davvero significare quella lettera, dobbiamo servirci degli elementi fin qui trattati, ed usarli via via come cemento di costruzione per la nostra riposta.

Come abbiamo visto, la massoneria risulta essere direttamente collegata con l’alchimia, che ne è una legittimatrice filosofica ed esoterica. Entrambe, poi, provengono dalla tradizione cabalistica ebraica, che risulta essere il creatore e genitore tanto dell’alchimia, quanto della massoneria. In virtù di questo rapporto di creazione, abbiamo visto che entrambe (alchimia e massoneria) prevedono come sacri, sia il doppio sentiero del maschile-femminile, e sia il numero tre, anche questo derivante dalla tradizione cabalistica ebraica. Inoltre, similmente al cabalismo ebraico, anche l’alchimia e la massoneria prediligono l’elemento maschile, rispetto a quello femminile.

Arrivati a questo punto, mi trovo qui ad enunciare la mia tesi, che ovviamente, potrà vedervi concordi o disaccordi, ma certamente non la si potrà tacciare di complottismo o di superficialità ma, anche qualora in disaccordo, ne si dovrà riconoscere la fondatezza e rilevanza, dal punto di vista tecnico-esoterico ed accademico.

Dopo aver esaminato gli elementi qui esposti, è apparso chiaro a me come quella lettera considerata tanto sacra e misteriosa dai massoni, non debba la sua genesi a ragioni lessicali o linguistiche, fondate sull’esame degli alfabeti occidentali e latini, bensì, in virtù dello stretto rapporto che la kabalah abbia con l’alchimia e, a sua volta, che l’alchimia abbia con la massoneria, l’utilizzo della “G” risulta essere sostenuto da elementi di ordine numerologico e simbolico.
Lo zolfo, che risulta essere l’elemento naturale prediletto per gli alchimisti e quindi anche per i massoni, in ebraico si scrive con la terza (3) lettera dell’alfabeto ebraico, che risulta essere la corrispettiva del “gamma” dell’alfabeto greco, che è sempre la terza (3)lettera anche tra i greci, e che nell’alfabeto occidentale europeo, corrisponda proprio alla lettera “G”.
Non a caso, infatti, lo zolfo risulta essere l’elemento principale e di partenza, sia per gli alchimisti che anche per i massoni, attraverso il quale l’essere umano possa passare attraverso i tre stadi che conducono, secondo loro, alla perfezione, ovvero la nigredo (lo stadio di decadenza), l’albedo (lo stato di purificazione) e la rubedo (lo stato di perfezione), i quali si possono raggiungere, come appena detto, attraverso l’elemento principale che è lo zolfo.
Lo zolfo, che gli alchimisti ed i massoni abilmente dissimulano in un elemento sacro, fin dai Libri della Bibbia, lo zolfo viene definito come l’elemento satanico per eccellenza. Lo zolfo inoltre, nella simbologia alchemica, è rappresentato proprio da un triangolo, con in basso una croce.
Spostandoci quindi adesso, sul piano prettamente teologico e di tecnica spirituale, appare chiaro che, così come le opere provenienti dal Divino, lascino una scia di Verità, Giustizia e Purezza, riscontrabile negli episodi Divini, Cristici e Mariani, sia antecedenti che seguenti alla nascita della Chiesa Cattolica, per il principio dell’uguale e contrario (tanto caro anche ai massoni), risulta innegabile che la scia sulfurea, della massoneria ed alchimia, che riconoscono come sacro, un elemento come lo zolfo, appartenente all’identità satanica, non possa fare altro che dimostrare come la venerazione della lettera “G”, da parte dei massoni, racchiuda quel segreto che i massoni stessi, forse troppo tardi arrivano a scoprire (essendo rivelato solo agli ultimi gradi massonici), e cioè che la loro venerazione, nei confronti di quello che loro definiscano grande architetto dell’universo, altra non sia che la venerazione nei confronti del diavolo stesso.

Giunti al termine di questo primo episodio, tengo ovviamente ad avvertirvi sul fatto che seguiranno altri episodi in cui verrà dimostrata la natura satanica della massoneria, attraverso l’esegesi di altri elementi da me ritrovati.
Inoltre, appare urgente mettervi in guardia dai tanti falsi esperti di massoneria, che invadono internet, poiché pur questi ammettendo la natura satanica delle realtà massoniche, risultano spesso disinformati (volontariamente o involontariamente), oltre a tenere spesso atteggiamenti che si avvicinano molto più al settarismo, che non alla divulgazione.
Infine, vi invito a non vedere più la massoneria come quel centro di poter da temere e del quale aver paura anche solo di parlarne; la massoneria è frutto del male, ed in quanto tale sarà sconfitto, solamente se si smetterà di averne paura.

CHRISTUS VINCIT
CHRISTUS REGNAT
CHRISTUS IMPERAT

Emmanuel Giuseppe Colucci Bartone

EMMANUEL GIUSEPPE COLUCCI BARTONE

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