[DOCUMENTO INEDITO] Il ”buon pastore” esoterico e religione unica mondiale. Simboli e dottrine del 18° grado massonico Rosa Croce.

[DOCUMENTO INEDITO] Il ”buon pastore” esoterico e religione unica mondiale. Simboli e dottrine del 18° grado massonico Rosa Croce.

Molti lettori certamente si saranno domandati, di fronte a questo titolo, cosa c’entri la massoneria, non tanto con il globalismo ed unificazione religiosi, quanto invece con un concetto tutto cristiano, quale risulta essere quello del buon pastore. La risposta si ritrova analizzando che l’ambiente massonico e i suoi simbolismi e ”liturgie”, si nutrano invece profondamente di elementi appartenenti alla dottrina e liturgia simbolica cristiana, anche se ovviamente, poi, la finalità ne risulta totalmente opposta e diversa.

Il motivo che mi ha spinto a trattare degli elementi simbolici e dottrinali di questo diciottesimo grado massonico, risiede nell’aver osservato come in maniera sempre maggiore, tali elementi vengano oggi alla ribalta nel quotidiano sociale e religioso, in maniera più o meno addolcita o nascosta, andando poi purtroppo a contaminare anche certi ambienti che da essi dovrebbero risultarne immuni.
Senza fare una trattazione completa su cosa sia la massoneria, che potete in parte trovare qui e qui in una minima parte (nell’attesa di altri articoli più specifici), il diciottesimo grado del rito scozzese antico ed accettato (rsaa), è forse uno dei più importanti, non solo dal punto di vista della simbologia interna al grado, ma anche in relazione alla scala gerarchica del rito scozzese stesso. Tra le varie tipologie di suddivisioni della scala dei trentatré gradi del rsaa, quella più semplice è quella che li suddivide in quattro fasce di colori che si accostano alla simbologia stessa dei passaggi trasmutativi dell’alchimia, eccetto il gruppo formato dai primi tre gradi: massoneria azzurra gradi 1°-3°; massoneria rossa (opera alchemica al rosso, o rubedo) gradi 4°-18°; massoneria nera (opera alchemica al nero, o nigredo) gradi 19°-30°; massoneria bianca (opera alchemica al bianco, o albedo) gradi 31°-33°.

Il grado in questione, che conferisce a chi lo ottenga, la carica di ”principe di rosa croce”, sebbene non sia tra gli ultimi e più alti, possiede ciononostante un elevato significato simbolico ed evocativo, in quanto è l’unico, insieme al 30° grado (cavaliere kadosch) a costituire quello che viene definito lo sviluppo dei gradi primitivi, ovvero i primi tre.
Facendo un piccolo accenno storico, la massoneria che noi oggi conosciamo essersi sviluppata nel rito scozzese ant. e acc. è una lunga evoluzione esoterica che si dirama dall’antica tradizione massonica operativa, antecedente all’unificazione speculativa delle 4 logge londinesi nel 1717, e che prevedeva al suo interno una costruzione fatta di soli tre gradi, ovvero quelli componenti la massoneria azzurra nel rsaa.

In virtù di ciò, si può facilmente comprendere l’importanza del 18° grado, che non solo costituisce lo sviluppo dei primi tre, ma è anche l’ultimo grado ”dell’opera al rosso” massonica .
Adesso, però, sorgerà nuovamente spontanea la domanda che magari si era affacciata alla mente del lettore, alla vista del titolo di questo articolo: cosa c’entra il concetto del buon pastore e quello di mondialismo religioso, con il diciottesimo grado della massoneria?
C’entra in realtà, e anche molto. Non è infatti un mistero che la massoneria protenda da sempre, verso una visione globalista del panorama religioso, ma risulta davvero sorprendente ed inizialmente incomprensibile scoprire, come la libera muratoria si serva poi anche di un concetto tutto cristiano, come quello del buon pastore. Non solo; in realtà nei rituali del grado di ”principe rosa croce”, è stranamente molto presente la figura di Cristo Gesù ma, ovviamente, non nel modo canonico a cui la Dottrina Cristiana ci abbia abituati.

Fondamentalmente, la genesi e la finalità che si celano dietro le attività dei massoni, si basano su criteri radicati nello gnosticismo e nell’esoterismo, che divengono gli strumenti interpretativi della loro dottrina e ”catechismo”.
La massoneria, che nelle sue rivendicazioni (ma anche da alcuni studi) afferma di discendere dai sopravvissuti all’antico ordine dei Templari, possiede una sua struttura genetica fondata sul cristianesimo, sul quale sono state innestate durante i secoli, tutta una serie di eresie e dottrine gnostiche, che non solo smettono di vedere l’Incarnazione di Cristo come un evento salvifico da un punto di vista redentivo dello spirito, ma addirittura, ne negano la Sua Divinità, affermando che Gesù sia stato un semplice precursore ed uomo illuminato, che abbia portato una dottrina gnostica, che fonda la sua missione salvifica sulla conoscenza di simbolismi, numerologia, esoterismo e sul possesso di determinate pseudo conoscenze di tipo magico-esoterico, che secondo i catechismi massonici, dovrebbero rappresentare la conoscenza salvifica per l’essere umano.

Prima di continuare, è necessario chiarire un aspetto; continuando nella trattazione di questo articolo ci imbatteremo spesso in riferimenti alla dottrina cristiana ma, come già anticipato, la natura diabolica della massoneria si può osservare proprio in questo, cioè nel prendere questi riferimenti e stravolgere il loro reale significato, corrompendoli con l’attrattiva di una finta conoscenza occulta e segreta.

Per iniziare, andrò qui ad illustrare la posa d’ordine (cioè la posa rituale) del grado in questione, cioè quello di principe rosa croce. Il gesto consiste nel tenere la posa di Cristo buon pastore, con la simbolica e sostanziale differenza che le mani non saranno corrispondenti alle rispettive spalle, bensì saranno incrociate.
Come evidenza di quanto detto, appongo qui sotto delle foto scattate a due libri che rendono evidente tale affermazione. La prima foto corrisponde ad un libro nel quale sono presenti tutti i rituali del rsaa; la seconda foto invece appartiene ad un libro interessantissimo (titolo: Ero Massone) ed oramai introvabile, uscito qualche anno fa, e scritto da Maurice Caillet, un ex massone francese convertito al cristianesimo, che ha raccontato in questo volume, molte delle sue esperienze in loggia ed in vari circoli esoterici.

Come descritto nei due stralci di testo presenti nelle due foto, si può osservare la scia sulfurea e diabolica, che conduce i massoni a scimmiottare i simboli del cristianesimo ma corrompendoli inevitabilmente con la visione esoterica e gnostica. In obbedienza infatti alla simbologia della specularità e dell’inverso, tanto cara ai massoni, possiamo qui osservare, contrariamente alle normali raffigurazioni del Cristo buon pastore a cui siamo stati abituati, una rappresentazione che prevede invece l’apposizione della mano destra sulla spalla sinistra e viceversa. Anche se inconsapevolmente da parte di alcuni massoni, questo tipo di inversione di gestualità, è invece una delle prime espressioni della presenza diabolica che, notoriamente si diverte ad emulare, ma invertendo, le simbologie cristiane. Qualora dovesse quindi capitarvi di imbattervi in tale simbologia del buon pastore con le braccia incrociate, sappiate che ci saranno ottime possibilità che sia un simbolo di riconoscimento di appartenenza al grado di principe rosa croce.

Altro importante elemento che può essere osservato oramai nella quotidianità religiosa dei fedeli cristiani, è l’appiattimento e l’egualitarismo di tutte le fedi, presente anche questo, nella ”liturgia” del diciottesimo grado. Va detto che l’indifferenza egualitaria per i diversi credo religiosi, è un elemento strutturale di tutta la scala gerarchica massonica, ma all’interno del rituale del principe rosa croce, questo elemento diviene una parte fondante della simbologia rituale.

Come si può leggere dalle successive pagine del rituale di grado, i partecipanti alla cerimonia, elencano tutta una serie di credo, ponendoli tutti sullo stesso piano religioso; possiamo addirittura leggere riferimenti al culto del dio Baal, che nella Bibbia innumerevoli volte è costata l’ira da parte di Dio contro l’idolatria del popolo di Israele. Nella pagina successiva viene poi affermato che secondo i dogmi della massoneria, ognuna delle fedi come quella idolatrica di Baal o del fuoco (ed anche altre ancora), elencate nella pagina precedente può divenire accettata all’interno della fratellanza massonica. Eppure sempre nello stesso rituale, qualche pagina prima, c’è una ferma condanna dell’idolatria.

Come si evince da queste due seconde foto che esprimono una ferma condanna dei culti idolatrici, non solo si può notare l’intrinseca incoerenza dottrinale e liturgica della massoneria e, nella fattispecie, del diciottesimo grado in questione, ma tra l’altro si può affermare ancor più fortemente come la dottrina massonica sia totalmente in contrasto con quella cristiana che insegna e proclama la salvezza attraverso l’evangelizzazione e la fede in un solo Dio, Uno e Trino; lo stesso Dio il quale ha lasciato negli insegnamenti delle Sacre Scritture e nelle rivelazioni ai grandi Santi, come solo la fede in Cristo, sia l’unica a poter condurre alla salvezza.
Come se non bastasse, all’interno della liturgia cerimoniale del rituale del 18° grado, sono presenti poi ulteriori elementi profanatori e dissacratori della dottrina e simbologia cristiana; dall’attribuire alla sigla I.N.R.I. (che notoriamente sappiamo significare Gesù Nazareno Re dei Giudei) significati totalmente fuorvianti e lontani da ogni corrispondenza, come ad esempio quello che corrisponderebbe a Igne Natura Renovatur Integra, che secondo la dottrina massonica dovrebbe significare: la natura è completamente rinnovata con il fuoco, che seguendo la logica esoterico-alchemica massonica, corrisponderebbe al culto esoterico che i massoni abbiano dello zolfo che, notoriamente, sappiamo essere anche l’elemento della presenza diabolica.

Al termine di questo studio, che spero non sia stato troppo pesante e prolisso, mi auguro che tutti i lettori che avranno letto e meditato questo articolo, possano non solo avere ulteriori elementi di valutazione sulla natura diabolica della massoneria, ma anche e soprattutto a saper riconoscere simbologie, dottrine ed ideologie di natura massonica, nel loro quotidiano di vita vissuta, sia sociale che religiosa.

Emmanuel Giuseppe Colucci Bartone

EMMANUEL GIUSEPPE COLUCCI BARTONE

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